Era stato sottoposto a misura cautelare insieme ad altri due complici per una estorsione aggravata dal metodo mafioso tanto da finire subito in carcere prima a Regina Coeli e poi a carcere di Terni : questa fu la sorte di un cittadino albanese da tempo in Italia e subito sottoposto alla misura coercitiva del carcere”; questo è quanto racconta in una nota l’avvocato Antonino Castorina a proposito delle vicende che hanno visto Budo Edison protagonista.
“L’accusa che all’epoca dei fatti fu mossa dalla Procura di Roma e che fu poi provata in giudizio era quella di aver minacciato con fini estorsivi un imprenditore che aveva vinto l’appalto del Comune di Roma, per i lavori di riqualificazione della Fontana dello Zodiaco durante l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Virginia Raggi- continua la nota- la difesa dell’imprenditore albanese ha contestato una presunta violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamento inumano o degradante. La richiesta presentata si basava , in particolare, sull’articolo 35 ter dell’ordinamento penitenziario per il quale si può chiedere, per queste presunte violazioni, a titolo di risarcimento del danno, una riduzione della pena detentiva ancora da espiare pari, nella durata, a un giorno per ogni dieci durante il quale il richiedente ha subito il pregiudizio”.
L’istanza discussa dall’ Avv Antonino Castorina dinnanzi al Tribunale di Sorveglianza di Spoleto circostanziava tutta una serie di situazioni di degrado e disagio presenti all’interno degli istituti in cui è stato recluso il reclamante il tutto richiamando la giurisprudenza Cedu e dettagliando le varie situazioni patite.
Effettivamente dalla documentazione presentata emergeva che tanto nel carcere di Regina Coeli tanto a Terni una serie di disagi si erano riscontrati tanto che il Magistrato di Sorveglianza di Spoleto ha cristallizzato in 1141 giorni il periodo effettivamente contestabile.
A scioglimento della Camera di Consiglio il Magistrato dott. Fabio Gianfilippi accogliendo in parte l’istanza dell’avvocato Castorina ha parzialmente accolto il reclamo riducendo la pena residua di 114 giorni. Con questo accoglimento spiega Castorina che si aggiunge anche alle ulteriori istanze di Liberazione anticipata depositate in suo favore e che certificano un comportamento lineare e corretto del detenuto si mette un punto importante sulla funzione costituzionale del carcere che non può essere repressiva ma rieducativa.
Le condizioni degradanti
Budo avrebbe prospettato di aver subito condizioni di detenzioni degradanti e disumanizzanti, sia nella casa circondariale di Terni sia a Regina Coeli. In particolar modo, in quest’ultimo caso, ad esser lamentate sarebbero le gravi carenze spaziali, che avrebbero violato i parametri minimi voluti dalla giurisprudenza europea. A Terni, inoltre, sarebbero state diverse le assenze in cella: l’acqua calda, l’areatore in bagno. La camera B 15 avrebbe inoltre presentato muffa, così come i locali docce.
La vicenda di cronaca
I fatti risalgono al 2020, quando, durante i tanto attesi lavori alla fontana dello Zodiaco, un coraggioso imprenditore vincitore di appalto aveva subito minacce in pieno stile mafioso: “Se vuoi lavorare, devi pagare. Comandiamo noi ora“. Il gruppo, che si era dato l’identità di “napoletani di ostia” , pretendeva il dieci percento dei soldi dell’appalto. E’ stata però la tempestiva denuncia del coraggioso imprenditore a condurre, nel giro di poche settimane, gli uomini in manette. ( Articolo pubblicato dal sito web il faro on line )