In cinque hanno patteggiato per l’attentato alla maceleria di Andrea Parton sita in Bagnoli di Sopra e per l’arsenale rinvenuto nelle campagne di Anguillara , questo quanto avvenuto nell’ultima udienza celebrata presso il Tribunale di Padova dove si discuteva sull’operazione “the Butcher” per la quale i carabinieri del Comando Provinciale di Padova e della compagnia di Albano Terme avevano eseguito tre misure cautelari.
Dalle carte processuali e secondo le ricostruzioni degli inquirenti tutto nacque da questioni di gelosia per una donna contesa che poi ha portato a risvolti investigativi inaspettati con padre e figlia che custodivano un vero e proprio arsenale composto da pistole,fucili a pompa, caricatori, cartucce, fondine e carrelli otturatori, ed un attività investigativa capillare che ora sarà al vaglio del Tribunale di Padova.
Uno solo ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Si tratta di Antonio Nicola Zumbo di 53 anni difeso dall’Avvocato Davide Barillà ; presente in udienza l’Avv. Antonino Castorina del Foro di Reggio Calabriache ha depositato la richiesta per il rito alternativo e chiesto un termine per la discussione vista l’integrazione documentale che è stata portata all’attenzione della difesa.
Per gli altri imputati il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha accettato il patteggiamento. Il giudice leggerà il dispositivo il prossimo 12 di ottobre.
Sono Maria Salvatore Allia di 53 anni, originario di Catania imprenditore nel settore della sabbiatura e verniciatura di metalli con alto tenore di vita, già in carcere per omicidio dal 2003 al 26 luglio 2018 ( due anni e 10 mesi) , Gianluca Zanellato di 54 anni di Correzzola ( due anni ), Galliano Masiero 66 anni, residente ad Anguillara Veneta ( un anno e otto mesi ) , la figlia Manuela Masiero di 31 anni ( due anni ) ed il romeno di anni trenta Remus Georg Ciobanu di Bagnoli di Sopra ( 8 mesi).
L’ipotesi accusatoria spazia dalla detenzione dell’ordigno esplosivo ai danneggiamenti all’esercizio commerciale, dal furto alla detenzione di armi, caricatori e munizioni,dalla ricettazione alle lesioni,dalla violenza privata al favoreggiamento.
Dell’attentato provocato da questioni di gelosia per una donna contesa sono stati accusati Salvatore Maria Allia, quale mandante e coordinatore del raid dinamitardo, Gianluca Zanellato, autotrsaportatore e Nicola Antonio Zumbo.
Il tre, sempre secondo l’impianto accusatorio avrebbero confezionato un ordigno artigianale riempito di polvere esplosiva che in una notte di giugno dello scorso anno sarebbe stato collocato ed innescato a ridosso della macelleria.