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FALLIMENTO EUROPEA SRL : CORTE DI APPELLO DI ROMA ASSOLVE IANDOLO PER NON AVER COMMESSO IL FATTO

Corte d'Appelo di ROMA

La Corte di Appello di Roma II Sezione Penale riunita in camera di Consiglio dopo ampia discussione ha assolto per non aver commesso il fatto GIUSEPPE IANDOLO difeso di fiducia dall’Avv Antonino Castorina del Foro di Reggio Calabria. Il manager era stato condannato in primo grado a 3 anni di reclusione , interdizione dai pubblici uffici per cinque anni con l’inabilitazione all’esercizio di impresa commerciale per anni tre proprio quale conseguenza del fallimento della Società Europea S.R.L.

La pronuncia emessa dalla VI Sezione Penale Collegiale del Tribunale di Roma aveva convinto anche la procura della Repubblica di Roma che in sede di Appello aveva richiesto la conferma della sentenza di primo grado con il relativo trattamento sanzionatorio a carico di Iandolo ed aveva ritenuto non fondati i motivi di appello presentati dalla difesa. La difesa dell’imputato ha invece valorizzato la circostanza per la quale il ruolo di Iandolo fosse di fatto marginale e comunque relativo a quando già la società era in crisi finanziaria e comunque con l’entrata in carica successiva al dissesto societario.

Sostanzialmente spiega l’avv Castorina emergeva come IANDOLO non fosse a conoscenza delle scritture contabili necessarie per avere un quadro economico e gestionale sul da farsi ed il suo ruolo all’interno della compagine societaria avveniva concretamente in un momento documentalmente successivo alla crisi finanziaria che ebbe tale società al netto poi del reale ruolo che egli avrebbe esercitato durante il suo mandato. La società EUROPEA SRL era stata al centro di un grande fallimento con annessa bancarotta alla quale ne è conseguito un procedimento penale a carico dell’amministratore ed unico socio dell’epoca Giuseppe Iandolo che aveva acquisito la carica sociale da Dametto Giuseppe ( l’amministratore unico a cui subentrò Iandolo) e che non si era mai incontrato con il Curatore nominato a seguito della procedura fallimentare.

Durante l’iter processuale emergeva come la società aveva maturato dei debiti mai soddisfatti di oltre 6 milioni di euro di cui 4 tra imposte, contributi e sanzioni avverso l’Agenzia delle Entrate.

( ARTICOLO A CURA DI GRAZIA ASTONE pubblcato su Telemia)

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