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Da vittima ad indagato: botte e mani al collo alla compagna. Chiesto il processo per tentato omicidio

La vicenda riguarda un 35enne romeno e la sua compagna, la quale in precedenza era a sua volta finita in carcere per averlo aggredito e ferito con un coltello. Ora tocca all’uomo presentarsi davanti al giudice

Èstata notificata la richiesta di giudizio immediato, con udienza convocata per ottobre al tribunale di Verona, ad un 35enne cittadino romeno che, secondo le ricostruzioni della Procura scaligera e le conseguenti contestazioni mosse nei suoi confronti, si sarebbe reso resposabile di un tentato omicidio e rapina ai danni della sua compagna, di professione circense. 

Sempre secondo l’accusa, il movente di tale condotta deriverebbe da motivi di gelosia che si sarebbero già verificati in passato e che avevano portato ad una misura cautelare nei confronti però della compagna. In quell’occasione il 35enne aveva trascorso la serata fuori casa e una volta rientrato, ubriaco, era stato ferito al collo ed all’orecchio dalla compagna, con un coltello da pane. Lui stesso era poi risciuto a disarmarla e a farla uscire di casa, chiamando poi le forze dell’ordine. 

Arrestata, dopo la convalida del provvedimento la donna andò in carcere per essere poi trasferita ai domiciliari. Nel frattempo una perizia disposta dalla Procura avrebbe chiarito come i fendenti inferti non sarebbero stati in grado di mettere a rischio la vita del compagno, al punto che l’accusa di tentato omicidio venne archiviata e la donna rimessa in libertà. Questa è dunque tornata nell’appartamento dove conviveva con il suo fidanzato, nonostante la situazione di conflittualità non sembrava essere cambiata, con una situtazione simile a quella avvenuta in precedenza che si sarebbe tornata a verificarsi, ma stavolta a parti inverse. 

Nella serata del 3 giugno, intorno alle ore 22 nel parco San Zeno a Verona, alcuni presenti hanno infatti chiamato le forze dell’ordine per la condotta del cittadino, il quale avrebbe colpito ripetutamente la compagna facendola finire a terra e mettendole una mano al collo. Dopo aver continuato ad infliggerle sberle, pugni e calci, si sarebbe poi appropriato della sua borsetta, appoggiata sulla panchina del parco. Intervenute le forze dell’ordine, è stato arrestato e condotto in carcere. 
Nei giorni scorsi la conseguente richiesta di giudizio immediato notificata dopo il rigetto di misura alternativa che la difesa aveva avanzato.

Secondo l’avvocato Antonino Castorina, che assiste il 35enne, la ricostruzione «dei fatti forniti dalla Procura non tiene conto del quadro complessivo che ha causato la condotta contestata e che nel merito va riqualificata e mitigata in ordine a quanto realmente accaduto quella notte a Verona.
Nei prossimi giorni – spiega il legale – dopo essermi confrontato con il cliente si provvederà ad approntare la strategia di difesa che tuttavia dovrà tenere conto della corretta ricostruzione dei fatti con il contradditorio delle parti utile a chiarire tutti gli aspetti e le responsabilità di questa triste vicenda». 

Articolo scritto da Luca Stoppele Giornalista VeronaSera21 agosto 2024 11:13

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