Non è di certo tra i criminali più noti o feroci. Ma, nel suo “piccolo”, è riuscito a compiere una serie di rapine a danno di importanti funzionari Enel, tutte realizzate a Roma, che hanno fruttato abbastanza. E per, l’ultima di queste, il 20 luglio dello scorso anno è stato arrestato e condotto in carcere, preventivamente, in attesa di processo. Lui, un 45enne romano, è sicuramente un tipo particolare. E, grazie a un cavillo, adesso è riuscito a uscire dal carcere di Regina Coeli, da dove aveva provato ad evadere a settembre, cadendo però dalla parte sbagliata del muro, ovvero in quella interna. E finendo così “in braccio” alle guardie, che lo avevano spedito prima in ospedale e poi di nuovo in cella.
L’arresto
M.G. era stato posto al regime di carcerazione il 20 luglio. Negli atti si legge “con la recidiva, specifica, reiterata, infraquinquennale“. Passano poco più di due mesi e l’uomo si stufa della galera. Tenta quindi di uscire, provando ad evadere usando una rudimentale corda, con la quale inizia ad arrampicarsi sul muro di cinta che affaccia su via delle Mantellate. È quello che, all’interno, dà invece sulla “passeggiata” dei detenuti, l’apposito cortile. Il piano era quello di arrivare in cima per poi calarsi e scomparire.
Ma un assistente capo della polizia penitenziaria, che proprio in quel momento stava passando nell’intercinta della struttura, lo vede e lancia l’allarme. Le vie di fuga vengono tutte bloccate. Il 45enne allora si lascia cadere, ma finisce proprio nell’intercinta, dove viene catturato dagli agenti, aiutati dal personale medico. L’uomo, infatti, cadendo si frattura una gamba.
CRONACA DI ROMA
Fallita l’evasione, il 45enne si rassegna, ma solo per un po’. In suo aiuto stavolta, a gennaio arrivano i giudici. Che “dimenticano” di esercitare l’azione penale entro il 20 gennaio, data oltre la quale, secondo legge, diventa inefficace la misura richiesta se, appunto, non viene fatto nulla nel frattempo. E come, da parte dell’indagato e del suo legale Antonino Castorina, non approfittarne? E così il Gip ha dovuto accogliere l’istanza presentata dall’avvocato Castorina e, il 1° febbraio, dare la libertà all’ormai ex detenuto. Niente più “arrampicarsi sui muri”: molto meglio farsi aprire la porta, direttamente quella principale. ( Articolo Ripreso dal Corriere delle Città a firma di Maria Corrao )