Roma – Si è svolto presso il Tribunale di Roma a Piazzale Clodio dinanzi al Giudice Angelo Giannetti l’ultimo atto del procedimento “Scarface” che vede imputato il clan di Silvio. L’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma portò a 33 arresti nell’ottobre del 2021. L’accusa, a vario titolo, è di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa. Le indagini avevano avuto spunto da alcune spedizioni punitive organizzate nel centro storico di Latina e da richieste estorsive rivolte ad esercenti commerciali della cosiddetta movida. Proprio queste circostanze hanno evidenziato secondogli inquirenti il tentativo da parte della famiglia Di Silvio di assumere il controllo del territorio a Latina.
L’udienza è stata convocata per le repliche da parte del Pubblico Ministero Luigia Spinelli che ha inteso argomentare le tesi dell’accusa rispetto alle posizioni nette che hanno portato i difensori degli imputati durante le precedenti udienze.
A controreplicare alle tesi del Pm tutto il collegio difensivo composto da Alessandro Paletta , Antonino Castorina, Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Oreste Palmieri, Luca Melegari, Alessandro Farau, Maurizio Forte, Leonardo Palombi e Giancarlo Vitelli che all’unisono sono stati netti nel disarticolare l’impalcatura dell’accusa relativa all’associazione mafiosa ed in generale alle singole e differenti condotte degli imputati rispetto a quella che è stata l’ordinanza che portato alle varie misure cautelari.
L’udienza è stata rinviata al 25 gennaio dove salvo colpi di scena si dovrà concludere il primo grado del procedimento.