Il tribunale di Sorveglianza di Padova accoglie parzialmente le tesi dell’Avvocato Antonino Castorina del Foro di Reggio Calabria difensore di fiducia di Carmine di Silvio in relazione al reclamo presentato dal detenuto e relativo al sovraffollamento carcerario.
Nell’interesse di Carmine Di Silvio arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Lince” ed attualmente imputato nel procedimento “Scarface” pendente al Tribunale di Roma ed oggi detenuto presso la casa circondariale di Rovigo è stato chiesto l’accoglimento di una serie di situazioni pregiudizievoli che avrebbe subito il detenuto in ordine alle condizioni presenti nei vari carceri in cui è stato ristretto.
Nell’ordinanza a firma del magistrato di sorveglianza dott. Stefano Furlani tuttavia vengono accolte solo parzialmente le richieste del Di Silvio e specificatamente riguardo la detenzione patita a Latina e solo per sette giorni. Sono rigettate invece le richieste della difesa in relazione a quanto avrebbe patito il detenuto nei carceri di Velletri, Rebibbia, Napoli, Benevento e Secondigliano. Riteniamo, afferma il legale di Carmine di Silvio , Antonino Castorina che spesso Il senso delle norme strida con la cruda realtà carceraria e si ha l’impressione che tutto scorra su binari paralleli rispetto a quelli legislativi. Nella fase di esecuzione della pena la rieducazione del condannato incontra alcuni limiti e spesso le strutture penitenziarie riscontrano varie criticità che in più circostanze sono emerse e che vanno oltre il disagio derivante dal calcolo matematico a disposizione del singolo detenuto. Rispetto a questo prosegue Castorina abbiamo ritenuto di porre all’attenzione del magistrato di sorveglianza tutta una serie di questioni per come stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e nell’interesse di diritti inalienabili che vanno tutelati per chiunque.